Le app messaggistica continuano a rappresentare un vero business nel business: le usano tutti, più e meno giovani, e ormai sono considerabili alla stregua di un servizio imprescindibile non solo per il vivere quotidiano ma anche per i rapporti lavorativi (le mail restano avvantaggiate ma gli SMS sono stati ormai soppiantatati)
Le app messaggistica sono decine e decine in tutto il mondo ma Whatsapp continua a dominare: pur essendo un’app a pagamento (l’unica nel suo genere), la cornetta verde non ha rivali in Europa e Stati Uniti, mentre in Asia è battuta da alcuni client proprietari come WeChat ma, in rapporto all’uso quotidiano, resta sempre in vetta.
Si è parlato di app messaggistica dedicate che Google starebbe ‘studiando’ per opporre a Whatsapp: considerando il disastro Hangouts, è difficile pensare che Big G caschi negli stessi errori. La stessa cosa prova a fare Yahoo: MessageMe è un servizio di messaggistica istantanea che attualmente conta circa 5 milioni di utenti. Era da tempo che si vociferava delle intenzioni di acquistare il servizio da parte di Yahoo. Ma adesso pare che il momento sia arrivato e che i due team siano destinati a collaborare.
Il tutto mentre l’app messaggistica di Facebook, Messenger, studia un modo per trasferire denaro in ‘real-time’: rivoluzione pazzesca, se riuscirà, che consiste – come si vede da uno screenshot diffuso dallo studente e sviluppatore della Stanford University, Andrew Aude – nello spostare il denaro (attraverso carte di credito) nello stesso modo in cui si invia una foto.
Gli utenti potranno aggiungere i dati di bancomat o usare quelle già registrate su Facebook. Secondo Aude il sistema permette solo l’uso di carte di debito (e non di credito), che prevedono un processo di pagamento più semplice e meno costoso e non necessitano di approvazioni ulteriori da parte delle banche.
Non solo pagamenti via app messaggistica, però, ma anche chat anonima: Facebook – che sarebbe proprietaria di Whatsapp, ricordatelo bene – ne studia un’altra. Cambiando completamente il punto di vista sulla privacy e l’identificazione, pare che i ragazzi di Zuckerberg stiano studiando un’app che non implichi il rilascio dei dati anagrafici degli utenti e quindi del tutto anonima.
Lo ha lasciato trapelare il New York Times, secondo cui il principio cardine intorno a cui ruoterebbe il progetto sarebbe dare la possibilità agli utenti di poter parlare di questioni private difficilmente trattabili faccia a faccia o comunque avendo coscienza dell’identità del nostro interlocutore.